Da
Re a Reietto: il caso Mauro Icardi
Avv.
Sebastiano Mariano Mascena
Un
agosto bollente quello italiano marcato 2019.
Tra
crisi di governo, cambi climatici e … colpi di mercato.
Questa
volta però il colpo arriva dritto alla società (Inter).
Una
crisi partita da lontano (marzo 2019) e che, forse, si concluderà
nelle aule di arbitrato/giustizia sportiva.
Senza
voler sembrare tifosi, giornalisti ovvero esperti, analizziamo i
fatti.
Nella
primavera del 2019 a Mauro Icardi, bomber e giocatore di punta
dell’Inter, vengono tolti i gradi di capitano.
Tale
decisione viene presa dalla società, anche con l’accordo
dell’allenatore Spalletti, ma non viene comunicata formalmente al
giocatore né, tantomeno, motivata.
Icardi
è emarginato dal progetto della squadra nerazzurra, salvo essere
reintegrato tra i titolari per brevi e tristi apparizioni.
Finisce
il campionato. Ma non i problemi.
Durante
la sessione di calcio mercato il centravanti argentino viene offerto
praticamente a mezza Europa.
Lui
rifiuta tutte le destinazioni, vuole rimanere all’Inter e
rispettare il contratto (ipse dixit).
Inizia
il ritiro pre-campionato e Icardi viene regolarmente convocato, pur
non partecipando a partitelle ovvero uscite ufficiali della squadra.
La
guerra fredda, anzi calda, su social e stampa, continua sino al 11
agosto.
In
tale data, Icardi diffida la società chiedendo il reintegro in prima
squadra e minacciando azioni legali conseguenti.
I
dirigenti interisti fanno spallucce e continuano a provare la
cessione del giocatore.
Venerdì
30 agosto scoppia definitivamente il caso.
Icardi,
a mezzo suo legale di fiducia, fa pervenire missiva p.e.c. all’Inter
chiedendo l’intervento del collegio arbitrale nonché il
risarcimento per il danno subito pari al 20% del compenso annuale
lordo.
A
corredo della richiesta Icardi fa presente di:
- aver subito la sottrazione della Fascia di capitano
- aver appreso la sua totale e sostanziale esclusione dal progetto Inter per la stagione in corso dagli articoli di stampa
- essere stato escluso da qualsiasi iniziativa di marketing o similare da parte della società
- aver subito il cambio del numero di maglia (dalla n. 9 alla n. 7)
- essere sostanzialmente messo fuori rosa
- essere stato escluso dalla chat della squadra
- Non avere svolto mai le fasi tattiche/tecniche degli allenamenti con la prima squadra
- Aver svolto gli allenamenti con allenatore squadra primavera
Per
tali ragioni invoca la violazione dell’art.7.1 accordo collettivo
calciatori/società secondo il quale “La
Società fornisce al Calciatore attrezzature idonee alla preparazione
e mette a sua disposizione un ambiente consono alla sua dignità
professionale. In ogni caso il Calciatore ha diritto di partecipare
agli allenamenti e alla preparazione precampionato con la prima
squadra, salvo il disposto di cui infra sub art. 11”
Volendo
analizzare le richieste di Icardi e mettendole in relazione con le
norme di riferimento e con i casi precedenti, emerge subito un dato.
La
questione Icardi rappresenta un unicum nella storia del diritto
sportivo italiano.
Mai
un calciatore era stato privato della fascia di capitano, del proprio
numero di maglia ed era stato vittima di una sostanziale esclusione
da un progetto che, pochi mesi or sono, lo vedeva assoluto
protagonista.
Sui
punti 2 e 5 si tratta di richieste basate su atti provenienti da
organi esterni al rapporto calciatore/società. Non si può pensare
di essere esclusi dal progetto per la nuova stagione agonistica
ovvero, ancor peggio, essere esclusi dalla rosa dei titolari
basandosi su quanto scritto dagli organi di stampa.
Inoltre,
l’allenatore ha sempre facoltà di decidere titolari e riserve
secondo suo insindacabile giudizio.
L’essere
escluso da tutte le attività extra-sportive della società Inter
(punto 3) rappresenta indubbiamente una condotta lesiva nei confronti
di Icardi intesa come una deminutio del suo ruolo di dipendente.
D’altro canto, però, non vi è alcuna violazione dell’art. 7
così come viene richiesto dal legale.
Anche
la modifica del numero di maglia, di cui al punto 4, costituisce una
palese violazione dell’esecuzione in buona fede del contratto e
rappresenta vessazione nei confronti di Icardi. Ma, così come
precisato, non rientra tra le violazioni previste dall’art. 7
dell’accordo collettivo calciatori/società.
L’esclusione
dalla chat della squadra (nella quale vengono comunicati orari ed
informazioni utili) rappresenta certamente una violazione: poiché
priva il calciatore di alcune necessarie informazioni per far parte
del gruppo in maniera piena così come gli altri componenti della
rosa.
Riguardo
al punto 7, si precisa che il diritto a partecipare alle sedute
tattiche non è parte integrante dell’allenamento: che è teso al
mantenimento/conseguimento della forma fisica idonea a svolgere
l’attività agonistica. Pertanto, non si paleserebbe in questo caso
alcuna violazione.
L’errore
principale che sarebbe stato commesso dall’entourage interista è
quello di aver fatto allenare Icardi con i tecnici delle squadre
giovanili. Ciò è sanzionato sia dall’art. 7 già richiamato ed è
già stato oggetto di pronunce favorevoli al dipendente in casi
simili già avvenuti in passato.
Resta
un ultimo quesito da affrontare.
La
norma di cui all’art.7 non si applica “Al
Calciatore che sia venuto meno ai suoi obblighi contrattuali verso la
Società, ovvero agli obblighi derivanti da Regolamenti Federali,
fonti normative, statuali o federali, che siano rilevanti con la, o
integrative della, disciplina contrattuale”.
Se
Icardi sia venuto meno agli obblighi scaturenti dal contratto non ci
è dato sapere.
Ma
ove vi fosse stata violazione degli obblighi, era dovere dell’Inter
intervenire formalmente e richiedere i provvedimenti previsti
dall’accordo collettivo.
Le
norme indicate, come abbiamo visto, si riferiscono alla dignità
professionale, richiamando echi di regole di correttezza, insomma una
sorta di deontologia calcistica che, in alcuni punti, non sembra che
sia stata rispettata.
La
questione giuridica, seppur di pregio, pare che sia finita in una
bolla di sapone che ha portato Icardi lontano dall’Inter. Così
anche gli aspetti legali volano via, come questa estate che è ormai
al capolinea.