mercoledì 11 settembre 2019

Da Re a Reietto: il caso Mauro Icardi

Avv. Sebastiano Mariano Mascena


Un agosto bollente quello italiano marcato 2019.
Tra crisi di governo, cambi climatici e … colpi di mercato.
Questa volta però il colpo arriva dritto alla società (Inter).
Una crisi partita da lontano (marzo 2019) e che, forse, si concluderà nelle aule di arbitrato/giustizia sportiva.
Senza voler sembrare tifosi, giornalisti ovvero esperti, analizziamo i fatti.
Nella primavera del 2019 a Mauro Icardi, bomber e giocatore di punta dell’Inter, vengono tolti i gradi di capitano.
Tale decisione viene presa dalla società, anche con l’accordo dell’allenatore Spalletti, ma non viene comunicata formalmente al giocatore né, tantomeno, motivata.
Icardi è emarginato dal progetto della squadra nerazzurra, salvo essere reintegrato tra i titolari per brevi e tristi apparizioni.
Finisce il campionato. Ma non i problemi.
Durante la sessione di calcio mercato il centravanti argentino viene offerto praticamente a mezza Europa.
Lui rifiuta tutte le destinazioni, vuole rimanere all’Inter e rispettare il contratto (ipse dixit).
Inizia il ritiro pre-campionato e Icardi viene regolarmente convocato, pur non partecipando a partitelle ovvero uscite ufficiali della squadra.
La guerra fredda, anzi calda, su social e stampa, continua sino al 11 agosto.
In tale data, Icardi diffida la società chiedendo il reintegro in prima squadra e minacciando azioni legali conseguenti.
I dirigenti interisti fanno spallucce e continuano a provare la cessione del giocatore.
Venerdì 30 agosto scoppia definitivamente il caso.
Icardi, a mezzo suo legale di fiducia, fa pervenire missiva p.e.c. all’Inter chiedendo l’intervento del collegio arbitrale nonché il risarcimento per il danno subito pari al 20% del compenso annuale lordo.
A corredo della richiesta Icardi fa presente di:
  1. aver subito la sottrazione della Fascia di capitano
  2. aver appreso la sua totale e sostanziale esclusione dal progetto Inter per la stagione in corso dagli articoli di stampa
  3. essere stato escluso da qualsiasi iniziativa di marketing o similare da parte della società
  4. aver subito il cambio del numero di maglia (dalla n. 9 alla n. 7)
  5. essere sostanzialmente messo fuori rosa
  6. essere stato escluso dalla chat della squadra
  7. Non avere svolto mai le fasi tattiche/tecniche degli allenamenti con la prima squadra
  8. Aver svolto gli allenamenti con allenatore squadra primavera
Per tali ragioni invoca la violazione dell’art.7.1 accordo collettivo calciatori/società secondo il quale “La Società fornisce al Calciatore attrezzature idonee alla preparazione e mette a sua disposizione un ambiente consono alla sua dignità professionale. In ogni caso il Calciatore ha diritto di partecipare agli allenamenti e alla preparazione precampionato con la prima squadra, salvo il disposto di cui infra sub art. 11
Volendo analizzare le richieste di Icardi e mettendole in relazione con le norme di riferimento e con i casi precedenti, emerge subito un dato.
La questione Icardi rappresenta un unicum nella storia del diritto sportivo italiano.
Mai un calciatore era stato privato della fascia di capitano, del proprio numero di maglia ed era stato vittima di una sostanziale esclusione da un progetto che, pochi mesi or sono, lo vedeva assoluto protagonista.
Sui punti 2 e 5 si tratta di richieste basate su atti provenienti da organi esterni al rapporto calciatore/società. Non si può pensare di essere esclusi dal progetto per la nuova stagione agonistica ovvero, ancor peggio, essere esclusi dalla rosa dei titolari basandosi su quanto scritto dagli organi di stampa.
Inoltre, l’allenatore ha sempre facoltà di decidere titolari e riserve secondo suo insindacabile giudizio.
L’essere escluso da tutte le attività extra-sportive della società Inter (punto 3) rappresenta indubbiamente una condotta lesiva nei confronti di Icardi intesa come una deminutio del suo ruolo di dipendente. D’altro canto, però, non vi è alcuna violazione dell’art. 7 così come viene richiesto dal legale.
Anche la modifica del numero di maglia, di cui al punto 4, costituisce una palese violazione dell’esecuzione in buona fede del contratto e rappresenta vessazione nei confronti di Icardi. Ma, così come precisato, non rientra tra le violazioni previste dall’art. 7 dell’accordo collettivo calciatori/società.
L’esclusione dalla chat della squadra (nella quale vengono comunicati orari ed informazioni utili) rappresenta certamente una violazione: poiché priva il calciatore di alcune necessarie informazioni per far parte del gruppo in maniera piena così come gli altri componenti della rosa.
Riguardo al punto 7, si precisa che il diritto a partecipare alle sedute tattiche non è parte integrante dell’allenamento: che è teso al mantenimento/conseguimento della forma fisica idonea a svolgere l’attività agonistica. Pertanto, non si paleserebbe in questo caso alcuna violazione.
L’errore principale che sarebbe stato commesso dall’entourage interista è quello di aver fatto allenare Icardi con i tecnici delle squadre giovanili. Ciò è sanzionato sia dall’art. 7 già richiamato ed è già stato oggetto di pronunce favorevoli al dipendente in casi simili già avvenuti in passato.
Resta un ultimo quesito da affrontare.
La norma di cui all’art.7 non si applica “Al Calciatore che sia venuto meno ai suoi obblighi contrattuali verso la Società, ovvero agli obblighi derivanti da Regolamenti Federali, fonti normative, statuali o federali, che siano rilevanti con la, o integrative della, disciplina contrattuale”.
Se Icardi sia venuto meno agli obblighi scaturenti dal contratto non ci è dato sapere.
Ma ove vi fosse stata violazione degli obblighi, era dovere dell’Inter intervenire formalmente e richiedere i provvedimenti previsti dall’accordo collettivo.
Le norme indicate, come abbiamo visto, si riferiscono alla dignità professionale, richiamando echi di regole di correttezza, insomma una sorta di deontologia calcistica che, in alcuni punti, non sembra che sia stata rispettata.
La questione giuridica, seppur di pregio, pare che sia finita in una bolla di sapone che ha portato Icardi lontano dall’Inter. Così anche gli aspetti legali volano via, come questa estate che è ormai al capolinea.