
Prima della sentenza definitiva di condanna per i noti fatti a lui ascritti, Salvatore Cuffaro conveniva in giudizio Claudio Fava per il risarcimento del danno non patrimoniale conseguente alla presunta lesione dell'immagine, dell'onore, della reputazione, dell'identità personale e politica, del diritto alla presunzione di innocenza, del diritto ad un equo e sereno processo originati dalla pubblicazione di alcuni articoli sul sito internet del movimento "Sinistra Democratica" e su altri siti che fanno riferimento alla stessa azione politica.
La citazione riportava le frasi lamentate, rilevando la professione di giornalista del Fava e la responsabilità per il mancato rispetto dei limiti stabiliti dalla giurisprudenza per il corretto esercizio del diritto di critica e di cronaca.
La difesa di Fava, affidata al suo amico avv. Antoni Ciavola, ricordava la propria posizione politica: eletto per la prima volta all'Assemblea regionale siciliana nelle elezioni regionali del 1991, è stato poi per due mandati consecutivi eletto al Parlamento europeo, nonché alla Camera dei Deputati negli anni 1992 e 2013.
All'epoca dei fatti, in particolare, era parlamentare europeo e segretario di "Sinistra Democratica"; inoltre è noto che l'obiettivo politico perseguito da Claudio Fava è stato da sempre quello di spezzare ogni legame tra la politica e la criminalità organizzata.
La difesa di Claudio Fava puntava sul fatto che le frasi contestate definivano il Cuffaro moralmente inadeguato all'ufficio di Presidente della Regione da lui ricoperto, ma senza dileggiarne o offenderne la personalità: insomma un attacco al politico indegno, non all'uomo.
Salvatore Cuffaro ha coltivato con fermezza la causa civile in questione anche durante il periodo di detenzione e durante l'interdizione legale.
La sentenza del tribunale di Palermo, oggi passata in giudicato, è stata depositata il 9 aprile 2015; accoglie l'impostazione difensiva di Claudio Fava e rigetta tutte le domande di Cuffaro.
Oggi Cuffaro, scontata la pena, si presenta al pubblico come un martire; eppure durante la detenzione, silenziosamente, cercava di lucrare a spese di un avversario politico.
Sarà sincero?